Testimoni: Santa Innocenza (17 Settembre)

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Santa Innocenza (17 Settembre)Il 17 settembre (nonostante la sua nascita al cielo fu probabilmente il 16) la Chiesa riminese celebra come memoria facoltativa santa Innocenza, vergine e martire. Il Privilegio di Ottone III al vescovo Uberto, documento del 996, e la “Bolla” di papa Lucio II del 1144, menzionano una sua cappella nel centro storico di Ariminum, mentre altri due (del 1059 e del 1144) fanno memoria di una pieve, a lei dedicata, sul Monte Tauro, nell’entroterra riminese. Se il primo luogo di culto sembra sia sorto sulla casa natale, il secondo fu costruito sulle terre del contado in cui abitava.      Chi era Innocenza?Una dei primi martiri che hanno fecondato la già citata Chiesa di Ariminum, città che prende il nome dal fiume Ariminus (oggi Marecchia), fondata ufficialmente nel 268 a.C., quando il Senato di Roma mandò seimila coloni per avviarvi un nuovo insediamento. Tra questi testimoni di Cristo annoveriamo Gioventino, Facondino, Lanfranco, Felicita e altri ancora, che nel IV secolo circa trovarono la morte prima e la sepoltura poi, a pochi metri di distanza dall’attuale Arco d’Augusto. Nel 1812, tuttavia, l’antico edificio di culto fu totalmente demolito per lasciar posto ad una villa privata, ragion per cui le reliquie furono traslate in fretta e furia nella vicina chiesa di san Giovanni Battista. Ma oltre a costoro, al patrono san Gaudenzo (280-360) e a san Giuliano (III sec.), numerosissimi martiri diedero lustro alla diocesi della futura capitale del turismo. Ovvero? Gli amici scalpellini Leo († 360 ca.) e Marino († 301 ca.) che, partiti dalla costa dalmata, dopo aver soggiornato a Rimini durante il ministero del vescovo Gaudenzo, si ritirarono nelle rispettive località che oggi portano il loro nome. Quindi il presbitero Arduino († 1.009), il pellegrino Amato Ronconi (1225-1292), l’agostiniano Gregorio Celli (1225-1343), la nobile Chiara degli Agolanti (1280-1326), la fondatrice delle Maestre Pie dell’Addolorata Elisabetta Renzi (1786-1859), il domenicano Simone Balacchi (1240-1319), il diacono Giovanni Gueruli (1270 ca.-1320), la fondatrice delle Figlie dell’Immacolata Concezione Angela Molari (1821-1887), quindi un’altra fondatrice, questa volta delle Suore di sant’Onofrio, Faustina Zavagli (1835-1910), la cui esperienza affascinò Bruna Pellesi (1917-1972), infine il prete Domenico Masi, fondatore a sua volta delle Sorelle dell’Immacolata (1880-1964), senza contare poi i santi che da questa terra sono passati – da vivi o da morti – e quelli “giovani”.  Chi sarebbero i primi, e perché “giovani” i secondi?Tra coloro che transitarono per Rimini, lasciando il loro odore di santità, abbiamo tre giganti: san Nicola († 345-352 ca.), di cui la città conserva l’omero sinistro, sant’Antonio da Padova (1195-1231), che nella patria di Fellini fu il tramite di due celebri miracoli, evangelizzando ai pesci e facendo inginocchiare una mula davanti a Gesù eucaristia, e san Francesco d’Assisi (1181/1182-1226), che nell’entroterra riminese lasciò traccia di sé a Villa Verucchio e Sant’Igne. Gli altri li definiamo santi “giovani” nel senso che hanno raggiunto la pienezza dell’amore in pochi anni, essendo morti giovani, appunto: dalla titolare del duomo cittadino, la sedicenne Colomba († 274 ca.), le cui reliquie giunsero a Rimini nel IV secolo, al riccionese Alessio Monaldi (1473-1503), dal passionista Pio Campidelli (1868-1889) ad Alberto Marvelli (1918-1946), da Carla Ronci (1936-1970) a Sandra Sabattini (1961-1984).                      Tornando a Innocenza, cosa sappiamo di lei?Mentre Diocleziano (243-313) era di passaggio ad Ariminum, sentì parlare di una diciassettenne: bella, ricca, ma fervente cristiana, per cui inviò alcuni soldati nella sua abitazione di Monte Tauro, a una decina di chilometri dalla città. L’imperatore, dopo aver tentato invano di sedurla con discutibili lusinghe provò, altrettanto vanamente, di farla abiurare. Decise allora di non giustiziarla subito, concedendole tre giorni per riflettere.. Al...

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