30 Luglio: San Pietro Crisòlogo (Biografia dialogata)

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San Pietro Crisòlogo (30 luglio)«Nasce.. Cristo, per reintegrare con la sua nascita la natura decaduta. Accetta di essere bambino, vuole essere nutrito, passa attraverso i vari stadi dell’età per restaurare l’unica perfetta duratura età, quella che egli stesso aveva creato. Regge l’uomo, perché l’uomo non possa più cadere. Fa diventare celeste colui che aveva creato terreno». Queste parole, proposteci oggi dall’Ufficio delle Letture, ci immettono nella memoria odierna di Pietro Crisòlogo.  Cosa sappiamo di lui?La sua vita si apre e si chiude a Imola, nel periodo che va dal 380 circa al 31 luglio del 451 o, secondo altri, al 3 dicembre del 450. Eletto vescovo di Ravenna nel 424, della città romagnola (che oggi vanta la seconda superficie comunale più grande d’Italia, dopo Roma) fu da subito un grande pastore, oltre che consigliere e amico dell’imperatrice Galla Placidia, che regnò per dodici anni sull’Impero romano d’Occidente. Di lui conserviamo 176 omelie (o sermoni), scritte in un periodo storico in cui il proliferare delle eresie frenarono non poco l’evangelizzazione, e che gli valsero l’appellativo di Crisòlogo, dal greco “parola d’oro”, e il titolo di dottore della Chiesa, conferitogli nel 1729 da Benedetto XIII. «A lui – ci ricorda il Messale, che lo paragona ad Ambrogio e Agostino per la sua qualità di mistagogo – si ispirano alcune preghiere natalizie.. e l’antico formulario per la benedizione dell’acqua battesimale».  Che cos’è un mistagogo?La mistagogia, parola che potremmo tradurre con “introduzione al mistero”, si basa sull’antico adagio latino lex orandi, lex credendi, cioè “la legge della preghiera è la legge della fede”. Detto altrimenti, “la Chiesa crede come prega”. Ciò significa che, dal modo in cui ognuno di noi prega, mostra la sua fede. E il Crisòlogo era un maestro nel far sì che i credenti potessero entrare appieno in ciò che celebravano (i “misteri” appunto). La liturgia ha insomma bisogno di essere compresa, meditata e interiorizzata se vuol diventare preghiera, altrimenti resterà qualcosa di avulso dalla propria vita di fede, qualcosa da subire ciecamente (non è forse l’atteggiamento con cui rischiamo di partecipare alla Messa domenicale?) o, al contrario, da “cambiare”, dato che ci risulterà incomprensibile e anacronistica.  Se le cose stanno in questo modo, beh, forse ci vorrebbero più mistagoghi oggi..Proprio così. Negli Atti degli apostoli Filippo chiede all’etiope, intento a leggere il profeta Isaia, «Capisci quello che stai leggendo?» (At 8,30). Ma questa domanda – sottolinea il monaco Goffredo Boselli – «vale anche per la liturgia: “Capisci quello che stai celebrando?”. La risposta è la stessa dell’etiope: “E come potrei capire, se nessuno mi guida? (At 8,31). Guidare al mistero, in greco mystagogheîn», appunto. Boselli aggiunge inoltre: «quello che la lectio divina è per le Scritture, la mistagogia lo è per la liturgia».  Abbiamo qualche testimonianza della sua capacità di “introdurre al mistero”?Ad esempio il già citato discorso sull’Incarnazione, in cui afferma: «quando la Vergine concepisce, vergine partorisce e vergine rimane.. Non è cosa normale, ma singolare; è un fatto divino, non umano. La nascita di Cristo non fu dettata dalla necessità, ma da una libera scelta. Fu.. la restaurazione della salvezza umana.. O uomo, perché hai di te un concetto così basso quando sei stato tanto prezioso per Dio? Perché mai, tu che sei onorato da Dio, ti spogli irragionevolmente del tuo onore?».  È proprio vero, l’uomo è spesso irragionevole..Imola, città che come abbiamo detto apre e chiude la vita del Crisòlogo, è conosciuta nell’immaginario collettivo anche per via del suo antico ospedale psichiatrico, fondato nel 1844 e chiamato spesso con accezione negativa manicomio (dal greco “ospedale della pazzia”).. Potremmo allora chiederci: ma chi sono i veri “matti”? Nel suo celebre Elogio della follia, Erasmo da Rotterdam ha una bella provocazione sull’argomento: «bambini, vecchi, donne e anime semplici ...

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