Stefano Senardi: «Il ricordo di Pino Daniele è ora un docufilm»
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Oggi, 17 dicembre, all'interno di Degiornalist - Gli Spaccanotizie, in compagnia di Fabiana e Claudio Chiari, è stato ospite Stefano Senardi, produttore discografico e storico amico di Pino Daniele, in occasione del lancio del docufilm Nero a metà dedicato all'artista napoletano. Il contenuto, firmato proprio da Senardi e Marco Spagnoli, sarà al cinema il 4, 5 e 6 gennaio 2025, a 10 anni dalla scomparsa del compianto Pino. «Lui ci manca tanto - esordisce il produttore -. Avevo in testa da tempo di creare questo documentario. Un racconto intimo, realizzato tramite interviste e ricordi nella sua Napoli, città per la quale Pino Daniele ha fatto grandi cose. Come il concerto del 1981 in Piazza del Plebiscito, dove ad assistere vennero 200mila persone grazie solo al passaparola. Una folla talmente entusiasta e numerosa che impossibilitò la Rai di riprendere il concerto com'era previsto. Tutto ciò avvenne in un momento delicato, in cui i napoletani si stavano risollevando dal dramma del terremoto dell'Irpinia (1980), tornati a ridere proprio quella sera di 43 anni fa. Pino ha trasformato il napoletano in linguaggio universale». CHITARRA - Pino e la chitarra: un'amore sconfinato alla ricerca della perfezione. «Da quando ne ha comprata una a 8 anni non se n'è più separato - continua Senardi -. È diventato uno dei migliori chitarristi al mondo, tecnicamente era un mostro. La portava sempre con lui. Questo dimostra due cose: uno che Pino era una persona attenta e scrupolosa, non smettendo mai di incuriosirsi. Dall'altra insegna che non bisogna mai darsi per vinti». IL RICORDO - Come non tornare indietro nel tempo e dar spazio e voce ai ricordi. Scavando nella memoria e nel cuore a Senardi la prima cosa che manca è «il suo sorriso dolce e beffardo. Lui ostentava sicurezza, ma poi aveva tante ansie e paure. Amava la libertà e la giustizia, ma soprattutto divertirsi». Dal docufilm si evince quanto ancora «Pino Daniele sia ancora vivo. Abbiamo dato risalto alla sua presenza dove anche Napoli è protagonista del documentario. Ieri abbiamo fatto una proiezione per la stampa, c'era gente con le lacrime agli occhi. Ho ricevuto tanti abbracci» conclude Stefano Senardi.